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De Notaris,  il  principe  dei  crittogamisti dell'800,  raccolse sul Monte Gazzo e descrisse come nuove per la scienza alcune specie, fra le quali Festuca inops, Holcus setiger e Orobanche caudata.

L'area orografica Nord-orientale tra le emergenze floristiche comprende anche la Viola bertolonii

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Viola bertolonii

L'Associazione Amici del Chiaravagna si batte anche per questo :

-  per  la  tutela  del  Parco  del  Monte   Gazzo    ed il collegamento all'area Nord-orientale compresa  l'area  Scarpino e zone  limitrofe  ad  elevato  interesse scientifico per emergenze floristiche;

-  la concreta applicazione delle leggi esistenti in materia;

- una gestione oculata del territorio e la realizzazione di un piano per la conservazione attiva dei beni naturali che consideri tutto il contesto territoriale.

Le  emergenze  floristiche  rare  o esclusive di cui abbiamo parlato, sarebbero messe a rischio  dagli  inquinanti  emessi  da  un  forno  d'incenerimento  a   Scarpino, poiché la localizzazione  del  sito  a   livello  del  Parco del Monte Gazzo  e della zona  orografica  Nord-orientale  ad  esso  collegata,  ad   elevato  interesse  scientifico,  da  destinarsi   a   Parco urbano,  si  troverebbero nella  prima  fascia  di  ricaduta di  inquinanti  organici persistenti, quali diossina e furani, ai quali si aggiungerebbero i metalli pesanti.

 Il Parco del Monte Gazzo (Sito d'Importanza Comunitaria), ai sensi della direttiva europea   "Habitat" per le sue peculiarietà  e come riconosciuto da esperti  a livello internazionale, presenta una notevole diversità floristica maggiore  biodiversità), con specie esclusive della parte occidentale del genovesato come Cerastium utriense.

Tale area d'interesse floristico  s'estende anche a Scarpino e a  Fossa Luea, nei cui dintorni si  riscontra il   locus   classico  di    Asplenium cuneifolium,  una piccola  felce  descritta  dal   Viviani e studiata qualche anno fa anche dal  premio  nobel  Tadeus  Reichstein.

 

 

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Cerastium utriense

 

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Asplenium cuneifolium

Anche  quest'area   pertanto   potrebbe   essere   ricompresa  nel Parco Urbano del Monte Gazzo, ai fini di tutelarla e valorizzarla. 

Illustri   botanici,   come  Viviani,  De Notaris, Gennari,  Pandiani,  De Negri  e  Berti, hanno studiato  la   flora     spontanea     sulle    pendici    del    Monte   Gazzo,   riconoscendovi elementi di notevole interesse  e specie  rare  in  Liguria  o  in assoluto.   Sulle  pendici  di  questo sito è stata riscontrata la presenza, tra l'altro, di  Helianthemum canum, Centaurea aplolepa, Romulea ligustica, Staehelina dubia e Stipa pennata.

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Helianthemum canum

Centaurea aplolepa

Romulea ligustica

 

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Staehelina dubia

Stipa pennata

   
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